Firenze e la Toscana omaggiano Giancarlo

Il Sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio della Regione Toscana offrono importanti riconoscimenti a Giancarlo.

Rientrato nella sua Italia per qualche giorno, Giancarlo Pedote ha ricevuto due importanti riconoscimenti assegnati non solo per il risultato ottenuto alla IX edizione del Vendée Globe, il giro del mondo in solitario che ha concluso in ottava pozione, ma anche e soprattutto per suo approccio, il suo impegno nel realizzare un sogno partendo da zero, la sua resilienza, valori che da sempre rappresentano la Toscana e Firenze, dove Giancarlo è nato 45 anni fa.

Riconoscimenti che individuano nello sport della vela un veicolo di messaggi positivi per tutti, un esempio per i giovani.

Il Giglio d’oro dal Sindaco Nardella

Martedì 16 marzo, Giancarlo è stato ricevuto al Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio, dal sindaco Dario Nardella, che lo ha omaggiato del prestigioso Giglio d’oro, una spilla in oro prodotta da artigiani fiorentini che rappresenta il fiore simbolo della città di Firenze.

«Giancarlo è stato gentilissimo ad accogliere il nostro invito a Palazzo Vecchio» ha dichiarato il sindaco Nardella. «Abbiamo voluto fargli di persona le congratulazioni per questa impresa straordinaria che ci rende tutti un po’ più ottimisti. In un periodo come questo abbiamo bisogno di vedere imprese coraggiose. 


Sono molto felice e onorato che Giancarlo sia qui perché è un fiorentino e un grande sportivo che fa parlare di Firenze: è una persona che con la sua generosità e la sua grande cordialità, attraverso la passione per la vela e per il mare, dà un bellissimo messaggio a tutti. Per questo a nome di tutta Firenze lo ringrazio con questo Giglio d’oro, perché il suo messaggio di incoraggiamento e di fiducia arriva anche a tanti giovani tra i quali la passione per la vela sta crescendo molto».

Giancarlo riceve il Giglio d'oro
Giancarlo riceve dal Sindaco di Firenze Dario Nardella il Giglio d’oro.

Il commento di Giancarlo

«Ringrazio tantissimo Dario della bellissima accoglienza che mi ha riservato» ha risposto Giancarlo alle poche persone presenti a causa della situazione sanitaria. «Questo bellissimo Giglio di Firenze è per me un simbolo straordinario perché è il simbolo della mia città, della città dove sono nato e in cui ho studiato e mi sono laureato, in filosofiaPer quanto abbia deciso di lasciare l’Italia per andare a vivere sull’oceano, per motivi professionali, ho un legame profondo con questa città e con l’Italia. 

Firenze mi ha ispirato la cura del particolare e l’importanza del dettaglioLa nostra città è magnifica perché ogni dettaglio è stato curato con un’importanza capitale esattamente come è necessario fare ibarca e in qualsiasi lavoro nel quale si vogliono raggiungere grandi obiettivi. I grandi obiettivi sono tutti costruiti da piccoli dettagli che vengono messi in fila uno dopo l’altro. È così che ho affrontato il mio giro del mondo, e spero di potermi ripresentare nel 2024 per un’altra edizione, da affrontare con ancora maggiore ambizione».

La targa di riconoscimento dal Presidente del Consiglio della Regione Toscana Mazzeo

Mercoledì 17 marzo, è stato il Consiglio della Regione Toscana a premiare Giancarlo con una targa di riconoscimento, nella persona del presidente Antonio Mazzeo, il quale ha dichiarato:

«Coraggio e voglia di non mollare mai sono l’esempio che Giancarlo ci ha trasmesso in una sfida incredibilmente difficile, che testimonia la capacità umana di spingersi oltre i confini del già fatto, per compiere un passo in avanti. La sfida continua al noto e conosciuto è un insegnamento utile per tutti noi, in questi tempi così pieni di incognite e quindi paure. Imprese come questa rappresentano la speranza che ci sarà un domani migliore dietro l’ostacolo che stiamo affrontando.


Bisogna crederci sempre. Questo è il messaggio che vorrei rilanciare. Premiare Giancarlo vuol dire premiare tutti quelli che ci credono e che non mollano mai ed è un monito ai ragazzi alle ragazze più giovani di crederci sempre, fino alla fine. In questo tempo difficile, quello della pandemia, dobbiamo rialzare la testa e, come ci insegna il Pegaso simbolo della Toscana, aprire le ali e volare verso un futuro migliore
».

Giancarlo in Italia
Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio della Regione Toscana, offre una targa a Giancarlo.

Il commento di Giancarlo

«Ritornare dove sono nato e cresciuto, dove ho studiato, dove ho sognato l’obiettivo e immaginato le strade per raggiungerlo, è sempre emozionante» ha confessato alla fine delle due cerimonie Giancarlo Pedote.

«Mi ricorda le mie origini, l’Italia, tutti i sacrifici fatti, i due libri scritti alla Biblioteca Nazionale per cercare sponsor, i soldi messi da parte uno a uno per poter arrivare a comprare finalmente a 33 anni la mia prima barca, con già qualche capello grigio, ma gli occhi pieni del mio sogno. Un sogno che è appena iniziato e che diventa sempre più grande».

#VG2020. L’arrivo: un oceano di emozioni

“Il Vendée Globe è un’avventura molto complessa”

Oggi giovedì 28 gennaio alle 13:02, dopo 80 giorni in mare, Giancarlo ha tagliato il traguardo di questa nona edizione del Vendée Globe. Entra di diritto nel novero dei pochi skipper, che sono meno di quelli che hanno scalato l’Everest o viaggiato nello spazio, ad aver completato un giro del mondo in solitario, senza scalo e senza assistenza. Il navigatore italiano a bordo di Prysmian Group ha vinto la scommessa con sé stesso.

Ha superato numerose trappole lungo le 24.365 miglia del percorso, affrontando gli elementi della natura e risolvendo tutte le difficoltà tecniche che ha incontrato. Si è spinto ai confini del mondo, preservando al meglio la sua barca e gareggiando, dall’inizio alla fine, nel gruppo di testa. Giancarlo ha tagliato 7° la linea d’arrivo a Les Sables d’Olonne e in classifica finale è 8°, dopo l’arrivo di Jean Le Cam, che ha un abbuono di 16 ore e 15 minuti per il salvataggio di Kévin Escoffier, naufragato al largo della costa del Sud Africa, a novembre.

Un risultato sportivo e solidale

Il navigatore fiorentino, con questo posto nella Top 10 al suo primo Vendée Globe, realizza sicuramente un risultato sportivo, a cui si aggiunge il successo dell’operazione di solidarietà “1 click – 1 metro”. I 127 000 metri di cavo raccolti consentiranno la realizzazione dei tre progetti di Electriciens sans frontiéres con il supporto del suo partner Prysmian Group, leader mondiale nel settore dei cavi e dei sistemi energetici e di telecomunicazioni.

L’avventura si sta quindi concludendo al meglio per Giancarlo che ha indubbiamente compiuto un grande salto professionale come navigatore solitario, affermandosi per la sua determinazione, l’impegno e la serietà di come ha gestito la sua campagna.

Le dichiarazioni di Giancarlo alla fine del suo giro del mondo

Giancarlo: « Questo ritorno a terra, dopo un giro del mondo e 80 giorni in mare, è veramente qualcosa di molto speciale. La mia gioia più grande è naturalmente ritrovare mia moglie Stefania, e i miei figli, Aurelio e Isabella. Durante questo Vendée Globe mi sono mancati i momenti di vita con loro. Quando ho tagliato il traguardo ho visto tante barche intorno a me, venute ad accogliermi, ma non ho riconosciuto subito la mia famiglia, a causa delle mascherine. Il primo tra loro che ho visto è stato mio figlio Aurelio che mi agitava la mano ed è stato particolarmente emozionante.

 

gommone famiglia arrivo Vendée Globe

 

Dal punto di vista della regata, alla fine, chiudo con una sensazione strana: quella di aver fatto una “regata di quartiere”. Non so perché. È come se all’improvviso avessi un vuoto di memoria, forse per dimenticare tutte le cose difficili degli ultimi due mesi e mezzo e mi ricordassi solo la fase finale. Questo Vendée Globe è veramente incredibile. Un’avventura straordinaria.

Per me, è anche la realizzazione di un progetto enorme, costato tanti anni di sacrifici, privazioni, risparmi… Sono davvero molto felice di aver chiuso il cerchio. Un giro del mondo in solitario è un’avventura molto complessa in cui serve anche un po’ di fortuna. Ho cercato di posizionare il cursore sempre nel posto giusto. Mi rendo conto che avrei potuto attaccare di più quando guardo il modo in cui hanno navigato Louis (Burton) o Yannick (Bestaven) , ma avevano già l’esperienza di un Vendée Globe alle spalle.»

Considerazioni: “Tutto si sente nella forma più vivida possibile”

« Per quanto mi riguarda, sono salito sul mio 60 piedi un anno e mezzo fa. Ho partecipato alla regata senza aspettarmi nulla. Ho iniziato da un foglio di carta bianca e se dovessi riempirlo, così a caldo, scriverei tutte le esperienze molto intense che ho provato. Il freddo, il caldo, l’umidità, la gioia, la tristezza: tutto si sente nella forma più vivida possibile.

Per quanto riguarda il mio risultato, speravo di finire davanti a Damien (Seguin). Ce la siamo giocati per poco all’arrivo. Sono un po’ deluso per questo ma non dimentico che se prima di partire mi avessero detto che sarei arrivato nella Top 10, entro 24 ore dal primo, avrei messo subito la firma.

Pensavo ragionevolmente di arrivare nella Top 15. Quindi, sono soddisfatto di essere riuscito allo stesso tempo a completare e competere al mio giro del mondo con mezzi piuttosto ridotti e una piccola squadra che non aveva l’esperienza di un Vendée Globe. È una soddisfazione per me. »

Le dichiarazioni dei partners alla conclusione del Vendée Globe

Francesco Zecchi, Direttore MID Southern Europe di Prysmian« Siamo molto felici e molto orgogliosi di ciò che Giancarlo ha prodotto in questo Vendée Globe. È riuscito a portarsi nel gruppo di testa all’inizio della gara e a rimanerci fino alla fine. Ha saputo gestire con grande saggezza il suo giro del mondo e trovare il giusto equilibrio e il giusto ritmo nella parte del Grande Sud che non conosceva.

Si è attenuto alla strategia che aveva annunciato anche prima della partenza, che era quella di preservare la barca, fino a quando non avesse superato Capo Horn. Tornato nell’Atlantico è stato quindi in grado di attaccare di più ed è quello che ha fatto.Siamo molto contenti di come ha condotto la regata. Ha mostrato molta maturità e professionalità nel corso della regata, oltre a sapersi preparare bene tecnicamente e psicologicamente in vista dell’evento.

Alla fine, siamo cresciuti insieme in questa avventura, noi come azienda e lui come professionista delle regate d’altura. Abbiamo inviato un messaggio molto importante con questo progetto e Electriciens sans frontières, al nostro fianco. »

 

passaggio nel canale di Les Sables D'Olonne arrivo Vendèe Globe

Il successo sportivo e della campagna solidale “1 click – 1 metro”

« L’operazione “1 click – 1 metro” è stata senza dubbio un successo. Abbiamo ampiamente superato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. La risposta dei nostri follower sui social è stata molto entusiasta e siamo stati in grado di fornire ad Electriciens sans Frontiéres tutti i metri di cavi necessari per realizzare i tre progetti annunciati.

Si tratta di una formula che avevamo già sperimentato prima del Vendée Globe e che sicuramente cercheremo di sviluppare ulteriormente nelle prossime regate. Questo progetto è un veicolo molto interessante perché permette di trasmettere messaggi e coinvolgere il nostro pubblico più ampio e generico. 

Inoltre, la performance che il nostro skipper ha appena concluso è qualcosa di enorme per noi, non ci aspettavamo un risultato del genere. Una Top 10 è notevole per una prima partecipazione al Vendée Globe.

È sicuramente un progetto che ha richiesto molte energie, soprattutto da parte di Giancarlo, ma che ora si sta concretizzando nel migliore dei modi. Ci dà l’impulso e la fiducia per continuare in futuro. Presto faremo di nuovo il punto con Giancarlo per considerare i prossimi passi per continuare questo cammino, intrapreso insieme, nella classe oceanica degli IMOCA. »

Il Vendée Globe di Giancarlo, “motivazione per i nostri volontari”

Hervé Gouyet, Presidente di Electriciens sans frontières« Siamo molto orgogliosi e ammiriamo il modo in cui Giancarlo ha affrontato le difficoltà e gli elementi durante il suo giro del mondo, portando i colori di Electriciens sans frontières. La sua avventura di circumnavigazione del globo, le sue performance e il suo impegno sono stati un’enorme motivazione per i 1.200 volontari dell’Associazione. 

Il suo esempio ci ha dato nuova energia per portare avanti i progetti che sosteniamo, in particolare, i tre promossi dal progetto Ocean Prysmian Group, nell’ambito dell’operazione “1 click – 1 metro”. Reciprocamente, le azioni dei nostri volontari sono state un fattore motivante per Giancarlo per superare le sue prove e, come spiegava da bordo, la solitudine. Questa nona edizione del Vendèe Globe rimarrà una grande esperienza per tutti noi. La fase finale della regata è stata incredibile con l’arrivo dei primi otto in meno di 24 ore, dopo 80 giorni in mare e colpi di scena fino alla fine! Grazie a Giancarlo Pedote e a Prysmian Group che, oltre a darci il loro aiuto e supporto, ci hanno fatto vibrare. »

Il Vendée Globe solidale: 127.000 metri di cavo grazie all’operazione “1 click – 1 metro”

Durante questa 9a edizione del Vendée Globe, Giancarlo e il suo fedele partner Prysmian Group, impegnati al servizio della solidarietà, hanno proseguito la loro iniziativa “1 click = 1 metro” volta a fornire un aiuto inestimabile a Electriciens sans frontières. La ONG è impoegnata in progetti di solidarietà internazionale contro le disuguaglianze nell’accesso all’elettricità e all’acqua nel mondo.

In totale, grazie ai 127.000 like, condivisioni e commenti fatti dagli utenti di Internet sui social network (Facebook e Instagram) del progetto Prysmian Ocean Racing in occasione del Vendée Globe, sono stati forniti tutti i 6.775 metri di cavi necessari per realizzare i tre progetti per il Lycée Saint-Charles Lwanga a Ziguinchor, Senegal, per l’ospedale di Farafangana in Madagascar e per le scuole di N’grouli e Bawelessi in Togo.

Le buone notizie non arrivano mai da sole. Prysmian Group, il leader mondiale nel settore dei cavi e dei sistemi energetici e di telecomunicazioni ha già annunciato che si impegna a donare quanti più metri di cavo possibile. Ci sono stati dei click, corrispondenti a metri di cavo che verranno utilizzati per altri progetti in corso e per progetti futuri, con lo scopo di riportare l’elettricità nelle zone svantaggiate o per rendere più affidabili le reti elettriche.

Statistiche del Vendée Globe di Giancarlo: 

Tempo complessivo in regata : 80gg 22h 42min 20s

Distanza dal primo : 18h 57min 34s

Distanza dal concorrente precedente : 44min 00s

 

Tempi dei passaggi a : 

  • Equatore (andata) : 13° posizione, il 19/11/2020 alle 18:24 UTC dopo 11gg 05h 04min di regata
  • Capo di Buona Speranza : 10° posizione, il 2/12/2020 alle 12:48 UTC dopo 23gg 23h 28min di regata
  • Capo Leuuwin : 10° posizione, il 14/12/2020 alle 14:37 UTC dopo 36gg 1h 17min di regata
  • Capo Horn : 9° posizione, il 05/01/2021 alle 01:12 UTC dopo 57gg 11h 52min di regata
  • Equatore (ritorno) : 7° posizione, il 17/01/2021 alle 9:13 UTC dopo 69gg 19h 53min di regata

 

#VG2020. Capo Horn. Ogni giorno come se fosse il primo.

Dopo aver doppiato Capo Horn il 5 gennaio alle 2:12 (ora italiana), dopo poco più di 57 giorni di regata, Giancarlo Pedote è tornato nell’Atlantico. Tuttavia, ha ancora più di 6.000 miglia da percorrere per raggiungere Les Sables d’Olonne. C’è quindi ancora molta strada da fare e Giancarlo è ben consapevole che la concentrazione è di rigore. Perché gli alisei non si sono ancora ben stabiliti nel Sud Atlantico e le condizioni meteorologiche si stanno rivelando particolarmente complesse. In questo contesto, come ripete spesso Giancarlo, niente è detto, e tutto può succedere. Nonostante ciò, ha già percorso gran parte del giro del mondo, attraversando i tre principali Capi che lo marcano, non senza emozioni.

 

Eccolo, “Cape Hornier” (come i francesi chiamano coloro che passano Capo Horn)! Martedì 5 gennaio, Giancarlo ha doppiato il leggendario promontorio al 9° posto nella classifica del Vendée Globe. Questo punto al largo della Terra del Fuoco, che segna il passaggio dal Pacifico all’Atlantico, marca un segno nella carriera di un navigatore.

Capo Horn

Passare Capo Horn richiede molto lavoro e sacrificio. Non per il passaggio di per sé, ma per la consapevolezza di tutto ciò che è stato fatto a monte per arrivarci, qualcosa di cui le persone non sempre si rendono conto.

Le ore passate a terra pensando al più piccolo dettaglio, costituendo una squadra, stringendo un legame speciale con un partner, scegliendo la barca, il tempo per prenderla in mano… 

Alla fine, queste sono varie fasi che ci portano a Capo Horn e inevitabilmente, quando lo passiamo e ripensiamo a tutto questo, abbiamo le lacrime agli occhi”.

Giancarlo ha dovuto gestire una vera e propria marea di emozioni al largo del promontorio che marca il punto più a Sud del continente americano.

Ecco perché mi sono concentrato molto su quello che stavo facendo e ho evitato di pensare troppo“, a un luogo fedele alla sua fama, con raffiche prossime ai 50 nodi e mare mosso e disordinato.

 

“Lavoro in corso”

Il fatto di aver doppiato i tre capi (Buona Speranza, Leeuwin e Capo Horn, ndr) significa molto, ma l’importante è finire questo Vendée Globe. Tagliare il traguardo a Les Sables d’Olonne è ciò che darà al progetto tutto il suo significato. In gara non si può mai sapere cosa accadrà”.

Ha detto lo skipper di Prysmian Group che, come al solito, ama mantenere la calma. “Devo restare calmo e concentrato. Non cedere un centimetro in termini di gestione della barca“, ha aggiunto Giancarlo, felice in ogni caso di aver trovato condizioni di mare molto più gestibili al suo rientro in Atlantico.

È un sollievo per me. Questi ultimi giorni nel Pacifico erano diventati duri a causa delle temperature gelide, dell’umidità elevata, del vento forte, del moto ondoso serrato e del mare incrociato … tutte cose non piacevoli, in dose massiccia!” ha detto il marinaio, che attualmente sta avanzando in un flusso Nord, Nord-Ovest di circa 15 nodi su mari relativamente calmi e ordinati.

È bello trovare condizioni più tranquille, poter mangiare serenamente e poter premere il mouse al momento giusto e non quando è un’onda che l’ha deciso”, ha commentato Giancarlo con un pizzico di humour, chiaramente rasserenato dal fatto di trovare un po’ di conforto a bordo del suo 60 piedi, senza però minimizzare quello che resta da fare, anzi. “C’è ancora tanto da fare. Approccio ogni giorno che passa come se fosse il primo del mio viaggio intorno al mondo. Per me andrà bene quando taglierò il traguardo, non prima. A quel punto potrò dire “lavoro fatto”, fino ad allora resta “lavoro in corso””.

 

Ultima retta per Giancarlo e il progetto 1 CLICK = 1M di cavo 

Ripresa all’inizio del Vendée Globe, l’operazione “1 click = 1 m” permette di raccogliere cavi elettrici per permettere a Electriciens sans Frontières di realizzare i suoi progetti. Per ogni click sui post Facebook e Instagram di Prysmian Ocean Racing, Prysmian Group dona un metro di cavo all’ONG. Un’operazione di solidarietà di cui Giancarlo è felice testimonial.

Dopo un liceo in Senegal e poi un ospedale in Madagascar, l’operazione aiuterà le scuole di N’grouli e Bawelessi in Togo. Oggi gli alunni di questi villaggi sono ostacolati nella loro istruzione dalla mancanza di illuminazione e gli abitanti spendono molti soldi per acquistare carburante per le lampade a cherosene.

Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto fotovoltaico che permetta di:

  • elettrificare le classi e portare luce nella scuola
  • ricaricare le lampade senza dover utilizzare il cherosene.

#VG2020. Punto Nemo: un altro passaggio chiave

Giancarlo sta navigando a 300 miglia a sud del Punto Nemo, il punto più remoto del globo. Il più isolato da tutte le terre emerse. Il leggendario Capo Horn si profila tuttavia dolcemente all’orizzonte, a 1.700 miglia di distanza. Ma l’Oceano Pacifico non ha finito di giocare brutti scherzi ai marinai del Vendée Globe.

Il Punto Nemo è un passaggio mitico, che accende la fantasia e l’immaginazione. Chiamato così in riferimento al famoso capitano del Nautilus, creato da Jules Verne nel suo romanzo “20.000 leghe sotto i mari”, designa il Polo oceanico dell’inaccessibilità. E non a caso: la terra emersa più vicina è l’isola Ducie, un atollo disabitato situato a 2.688 chilometri di distanza.

Anche se al momento la situazione meteo è complicata, colpa di tante raffiche e di un mare davvero molto corto e disordinato. Questa combinazione richiede molta concentrazione per preservare l’imbarcazione, il fatto di essere vicino a questo punto fa scattare qualcosa in me. È un punto di riferimento simbolo dell’assoluta lontananza e questo, ovviamente non lascia indifferenti”, ha commentato Giancarlo, scioccato dalla consapevolezza che questo punto è purtroppo anche una discarica spaziale. A causa della sua lontananza, molti detriti spaziali vengono “sepolti” lì. Ci sarebbero tra i 250 e i 300 veicoli spaziali fuori uso, compresa la stazione spaziale sovietica Mir e i resti della stazione spaziale cinese Tiangong-1.

È inquietante sapere che l’uomo ha avuto l’idea di usare il Punto Nemo come cimitero di oggetti spaziali. Oggi, con la tecnologia di cui disponiamo, potremmo provare a farli schiantare nel deserto e poi andare a recuperarli piuttosto che lasciarli in fondo all’oceano, inquinando i fondali”, ha aggiunto lo skipper di Prysmian Group, da sempre particolarmente attento alla tutela dell’ambiente.

 

La fine del Grande Sud 

Il famoso Capo Horn dista solo 1.700 miglia dalla prua dell’IMOCA che vesti icolori dello storico sponsor di Giancarlo e della ONG Electriciens sans frontiéres. Questa lingua di terra vulcanica posta all’estremità meridionale del Cile, resta il punto di passaggio simbolo per i marinai che hanno vissuto “nascosti” per più di un mese in questo “tunnel meridionale” dell’Oceano Indiano e Pacifico.

Francamente, non vedo l’ora di superare Capo Horn. Non vedo l’ora di tornare a passare al largo delle coste dell’Argentina. Siamo tutti stanchi e le barche sono provate. Il ritorno sull’Atlantico mi farà sicuramente vivere delle grandi sensazioni positive. Ritroveremo il sole dopo lungo tempo e le temperature saranno più clementi. Potremo scordarci l’umidità e il freddo e questo miglirerà sicuramente il mio morale“, assicura Giancarlo che si sta comunque preparando per un passaggio a Capo Horn non facile, segnato da venti da Ovest con un’intensità tra i 35 e 45 nodi con raffiche fino a 55 nodi e onde dai 6 ai 7 metri.

Rischiamo tutti di essere un po’ sotto pressione a causa delle condizioni che dovremo affrontare. Rischiamo, quindi, di non goderci a pieno il momento che vivremo. Ma so che, nonostante tutto, sarà un momento memorabile”, ha indicato il fiorentino che stima di superare il terzo e ultimo grande traguardo del suo giro del mondo tra il 3 e il 4 gennaio prossimi, con appena un giorno di distacco dal leader. Un gap che in questa fase della regata fa ben sperare per un’emozionante scalata atlantica.

La grande avventura continua!

#VG2020. Oceano Pacifico in vista

Anche se al momento le condizioni che vivono i due gruppi di testa del Vendée Globe (il giro del mondo in solitario senza assistenza e senza scalo) sono più clementi rispetto a quelle degli ultimi giorni, le temperature dell’aria e dell’acqua sono calate vertiginosamente e si avvicinano ormai allo zero.

Il freddo diventa quindi un nuovo avversario per l’unico skipper italiano in gara, che nonostante tutto è in ottima forma, motivato dal fatto che il passaggio del 180° meridiano segnerà il suo ingresso nell’Oceano Pacifico: un nuovo capitolo della sua fantastica avventura intorno al mondo.

Sta iniziando a fare davvero freddo! », ha commentato Giancarlo Pedote appena entrato nei Cinquanta Urlanti, un universo singolare, un territorio ostile dove gli elementi regnano sovrani su una natura rimasta intatta e ribelle. “Devi adattarti e cambiare alcune abitudini“, confessa Pedote appena rientrato all’interno della barca dopo essere andato qualche minuto in pozzetto.

Ho appena fatto alcuni giri della colonna del winch per riscaldarmi e presto mangerò qualcosa, sempre per scaldarmi. Poi andrò alla branda, dove ho sostituito le coperte che uso normalmente con il sacco a pelo, per avere meno freddo e poter dormire. Mi piace di meno perché dentro mi sento come una salsiccia e sono quindi meno reattivo, ma non ho scelta! C’è un’umidità nell’aria che non riusciamo a far evacuare e che ci penetra fino alle ossa”, ha spiegato Giancarlo, in navigazione a oltre 16 nodi di media in condizioni di mare fortunatamente meno dure rispetto a quelle incontrate negli ultimi giorni nell’Oceano Indiano.

È ancora dura, ma il mare è più ordinato e quindi è più facile manovrare. È il momento di cercare di spingere! », Ha detto il navigatore fiorentino, che in queste ultime 24 ore ha guadagnato una quindicina di miglia rispetto a Isabelle Joschke, sua diretta avversaria.

La metà

Sto navigando sotto un fronte freddo che si muove più o meno alla mia stessa velocità“, ha detto Giancarlo, che è felice di vedere l’Oceano Pacifico all’orizzonte. “È qualcosa di psicologicamente importante. Uscire dall’Indiano ed entrare in questo nuovo oceano mi darà una spinta al morale, soprattutto perché l’antimeridiano è sinonimo di metà percorso ”, precisa Giancarlo che fatica a rendersi conto di essere in mare da ormai 40 giorni. “Questo Vendée Globe è davvero un viaggio pazzesco, sto vivendo e dovrò ancora vivere un sacco di avventure! Sono felice di essere dove sono e di essere riuscito a prendermi cura della mia barca finora, che a quasi metà percorso è ancora in ottima forma“, ha detto lo skipper dell’IMOCA Prysmian Group, che ospita a bordo anche l’ONG Electriciens sans frontières.

Pensavo che a questa data avremmo già finito con l’Indiano. Quattro anni fa, durante l’ultima edizione del Vendée Globe, il gruppo leader stava già navigando nel Pacifico. Non vedo l’ora di scoprirlo. Non sono sicuro di cosa aspettarmi. Sarà una sorpresa, non ho chiesto moltoprima di partire perchè volevo lasciarmi sorprendere. Secondo me ci sono alcune cose che è necessario scoprire da soli“.

#VG2020. Oceano Indiano: imparare le giuste misure

A metà strada tra le longitudini del Madagascar e delle isole Kerguelen, Giancarlo continua il suo viaggio su un Oceano Indiano caotico, fedele alla sua reputazione. Preservare l’imbarcazione resta la sua parola d’ordine, che questo inizio settimana ha navigato in venti di oltre 40 nodi (74 km/h) nel passaggio di un fronte, ma soprattutto in un mare complesso, pericoloso per la struttura delle imbarcazioni, mare che lo ha portato alla decisione di sollevare un po’ il piede dall’acceleratore sulla strada per Capo Leeuwin. L’atteggiamento di navigazione “a buon marinaio” che Giancarlo ha adottato in queste difficili condizioni meteorologiche, nasconde in realtà una perfetta gestione dell’equipaggiamento e dell’uomo a bordo, ed è solo una fase di preparazione strategica, che evolverà quando la situazione sarà più favorevole.

Questa mattina (lunedì), un fronte è passato sopra di noi. Ho visto gli strumenti segnare oltre 40 nodi di vento. Ho dovuto tenere duro, perché il mare è sempre molto corto e incrociato. Più volte la barca ha planato e si è piantata nell’onda davanti o, viceversa, in più occasioni è stata raggiunta da quella dietro”, ha commentato ieri Giancarlo Pedote dopo aver trovato condizioni di vento più gestibili. “Davanti a noi c’è un flusso da nord-ovest ma abbiamo ancora a che fare con un vento da sud-ovest, sul dorso della depressione. Il vantaggio è che ci permette di impostare una rotta a 90 °, cioè verso est ”, ha sottolineato, attualmente al 10 ° posto in classifica e che naviga a oltre 15 nodi di velocità media.

Riuscire a domare i mari del sud

Ho scelto di rimanere un po’ più a nord rispetto ai miei diretti concorrenti per preservare l’equipaggiamento. Non nascondo il fatto che al momento sto navigando in modo abbastanza conservativo perché nell’Indiano, le barche rischiano di poter subire forti sollecitazioni. A mio avviso, è bene limitare gli shock contro le onde. Quando le condizioni del mare saranno più gestibili, tirerò fuori le armi a mia disposizione, ma visto il tratto di oceano che stiamo percorrendo, non è il momento di rischiare“, ha detto lo skipper italiano consapevole della potenza di questo famoso Oceano Indiano, spaventoso e temuto da molti navigatori.
Sto scoprendo molte cose. Non avevo mai navigato nei mari del Sud prima e le persone che me ne avevano parlato lo avevano fatto di sfuggita. Probabilmente perché è indescrivibile “, ha aggiunto Giancarlo, impressionato dalla maestosità delle onde.

Imparare ad essere paziente

Sono molto alte e il loro ciclo è piuttosto breve. Quando vai a prua, fa impressione, ma è dovuto anche al fatto che l’aria è fredda, il cielo è grigio … Ti senti in un luogo inesplorato. Lo domini poco a poco, un po’ come quando attraversi per la prima volta il Golfo di Biscaglia. Più passa il tempo, meglio sappiamo governare la barca, gestire la sua andatura rispetto a queste particolari condizioni meteo … Rimango paziente e calmo, ben consapevole che la reagata è lunga e che per finirla bisogna subire i minori danni possibili”, ha concluso Giancarlo che sta gestendo la regata con razionalità e inizia ad immaginare con sempre maggior precisione una nuova barca, forte dell’incredibile esperienza che sta facendo.

#VG2020. Il Grande Sud: una tappa magica e ostile

Dopo tre settimane di regate e quasi il 25% delle 21.638 miglia previste dal Vendée Globe sulla scia, Giancarlo si affaccia al Grande Sud e vede la longitudine di Buona Speranza incombere all’orizzonte. Non appena avrà doppiato il primo dei tre grandi capi del suo giro del mondo, lo skipper di Prysmian Group entrerà nell’Oceano Indiano. In quello che viene ufficialmente riconosciuto come il Grande Sud, nonostante sia già da qualche giorno nel 40° parallelo, in compagnia degli enormi albatros. Davanti a lui si apre quindi un oceano difficile ma affascinante. Un territorio sfuggente, misterioso. Un luogo che bisogna vedere per conoscerlo e vivere per poterlo descrivere.

Navigare nell’Oceano Indiano e nel Pacifico meridionale è diverso da qualsiasi altra navigazione. Sistemi meteorologici a bassa pressione, isolamento, ghiaccio, cielo e Oceano grigio… tutto ciò che caratterizza questo deserto marittimo rende le condizioni estreme.

“L’aria è molto compatta e le temperature si sono abbassate molto. Ci sono tanti albatros intorno alla barca: senza dubbio è il Grande Sud e sto cominciando a capire le storie di chi mi ha raccontato la magia di questi luoghi incontaminati ”, ha commentato Giancarlo lunedì mattina, durante uno scambio con la sua squadra, consapevole che entrare in queste regioni segna l’inizio di una lunga traversata senza terra all’orizzonte.

Un ambiente duro, al quale è necessario adattarsi e che allo stesso tempo è necessario cercare di domare. “Ci si sente lontano da tutto qui, ma l’energia del luogo è incredibile. È pura, misteriosa e magnetica: ti fa venire voglia di continuare ad esplorare, andare a vedere cosa c’è di più avanti “. È il  commento di Giancarlo, consapevole che vigilanza e anticipazione sono più che mai parole chiave per le prossime tre settimane.

“Stanotte stavo riflettendo sulla relazione tra uomo e natura. In Europa siamo riusciti a confinare la natura e abbiamo l’impressione di controllarla: rari sono i luoghi che rimangono inesplorati e rari sono le zone nelle quali è possibile restare isolati o fuori dalla portata di mano fosse solo dei soccorsi. Il Grande Sud, invece, è ancora abbastanza sconosciuto. Ci sono stati pochi viaggiatori qui. Sono poche le scie che sono state tracciate su questi mari, che rimangono relativamente inaccessibili ”.

Diventare consapevoli della forza della natura

Indubbiamente, il Grande Sud suscita fascino, alimenta paure ed è scenario di storie selvagge. “Ti rendi conto, quando sei quiì, della maestosità della natura. L’essere umano è minuscolo difronte a una tale potenza, un tale forza con onde altissime, un cielo plumbeo, i grandi ed eleganti albatros, che qui sono i padroni… ”, ha sottolineato l’unico navigatore italiano partecipante a questa incredibile regata, che continua la sua rotta con oltre 30 nodi di vento e onde di quasi quattro metri, generati di una depressione meridionale che investe il sud dell’Africa.

“Sono 24 ore che siamo nel flusso di questa depressione, con venti molto rafficati e molto instabili. Non è facile trovare le giuste impostazioni della barca, soprattutto con le attuali condizioni del mare, che sono influenzate dal fondale che si sta alzando, rendendo le onde particolarmente corte e frangenti”, ha spiegato Giancarlo, che dovrebbe trovare condizioni meno caotiche a partire da questa notte. “Ci sono ancora una dozzina di ore nelle quali sarà necessario stringere i denti. Devo continuare a fare le cose giuste per preservare il materiale. La barca è la mia sicurezza e affinchè la mia regata possa continuare, devo prendermene cura ”, ha concluso, attualmente al 10 ° posto in classifica.

#VG2020. Passaggio nell’Emisfero Sud

Giancarlo a bordo di Prysmian Group

19 novembre 2020 – Undicesimo giorno di regata per i navigatori solitari impegnati nella nona edizione del Vendée Globe. Mentre la flotta si estende per quasi 2.900 miglia attraverso l’Atlantico, Giancarlo ha trovato il suo ritmo. Dopo un avvio di regata “sportivo”, come lo ha più volte definitolui stesso, reso complesso dalla negoziazione di due fronti freddi e dal passaggio della tempesta tropicale Thêta, lo skipper dell’IMOCA Prysmian Group sta finalmente navigando negli Alisei, dirigendosi ad alta velocità verso l’Equatore grazie ad una situazione metereologica molto particolare: una zona di convergenza intertropicale quasi inesistente. Una manna dal cielo per Giancarlo che dovrebbe attraversare il parallelo 0 in serata, entrando così nell’emisfero australe.

Fa molto caldo, tra i 28 ei 30 gradi in barca durante il giorno, ci sono pesci volanti e molte alghe Sargassum, e stiamo navigando con punte di 20 nodi di velocità: senza dubbio siamo dentro gli Alisei”, commenta Giancarlo, che naviga a pieno ritmo da tre giorni, andatura che gli ha permesso di risalire in 13 ° posizione e di avvicinarsi alle barche di testa.

Questa è una fase molto importante: è necessario agganciare il giusto “vagone” per non farsi distaccare dal pacchetto di testa all’approccio dell’anticiclone di Sant’Elena. È lì, infatti, che si rischia si creino dei distacchi non più colmabili“, spiega lo skipper di Prysmian Group, che resta concentrato, positivamente, nel momento presente.
In questo momento, va tutto bene. Non ci sono né manovre, né matossage da fare (gli spostamenti dei pesi all’interno dell’imbarcazione, necessari a bilanciare le bascule dello scafo in caso di cambi di andatura della barca, ndr). Solo qualche cambio di vele e normali regolazioni.», assicura di buon umore il marinaio fiorentino.

“Questo è solo l’inizio della maratona Vendée Globe”

Il Vendée Globe non è una regata come le altre. Si deve approcciare come una maratona, non come i 100 metri. Pedote ne è consapevole ed ha fatto e sta facendo una gestione di regata in questo senso.
Superare il Pot au Noir come abbiamo fatto noi è letteralmente un sogno! Sappiamo per esperienza che questa zona di convergenza intertropicale è generalmente estenuante con raffiche improvvise, improvvisi cali di vento… Un vero e proprio rompicapo meteorologico nel quale è facile restare intrappolati per ore e anche giorni! Noi, come il resto della flotta fino ad ora, siamo passati veloci: è quasi incredibile “, sottolinea Giancarlo, che non può comunque ancora riposare.

Sento già l’inizio degli alisei di Sud-Est“, annuncia lo skipper, che in questi giorni ha gestito perfettamente il suo posizionamento e la sua cavalcatura e che giovedì mattina si trovava a circa 180 miglia dall’equatore, che dovrebbe attraversare in serata o nella prima parte della notte.

È fantastico. Sono molto contento dei miei primi undici giorni di regata, ma tengo la testa ben attaccata sulle spalle e non dimentico che la strada è molto lunga. Questo è solo l’inizio della nostra maratona. », conclude Giancarlo.

#VG2020. 1 click = 1 m Progetto 1: Senegal.

Senegal, liceo Saint Charles Lwanga: ecco il primo progetto “1 click = 1 metro” legato al Vendée Globe di Giancarlo e Prysmian Group.

Impegnati al servizio della solidarietà, Giancarlo e Prysmian Group continuano la loro iniziativa “1 click = 1 metro” volta a sostenere il lavoro di Electriciens sans frontières.

Obiettivo: eliminare le disuguaglianze nell’accesso all’elettricità e l’acqua nel mondo per dare al apossibilità a tutti di vivere una vita dignitosa e sicura.

Durante il Vendée Globe verranno portati avanti tre progetti grazie ai quali per ogni like su un post Facebook o Instagram di Prysmian Ocean Racing, Prysmian Group donerà un metro di cavo a Électriciens sans frontières per realizzare la sua missione.

In qualsiasi progetto volto a fornire accesso all’energia elettrica, i cavi sono componenti essenziali“, ricorda Giancarlo.

Il primo progetto legato al Vendée Globe di Giancalro riguarda il liceo Saint Charles Lwanga a Ziguinchor, nel sud del Senegal.

Il liceo Saint Charles è un punto di riferimento nella regione della Casamance. Fin dalla sua apertura si è distinto per la qualità della formazione fornita ai suoi studenti. Il fatto che la maggioranza di essi siano ragazze, contribuisce inoltre a ridurre la disparità maschile / femminile, molto presente nell’ambiente professionale senegalese.

Purtroppo, oggi studenti e insegnanti sono costantemente esposti a possibili corti circuiti, con un elevato rischio di incendi. Il progetto guidato dalla ONG e sostenuto dallo skipper e da Prysmian Group consiste nel rendere più affidabile la rete elettrica della scuola.

Electriciens sans Frontières realizzerà questo progetto in collaborazione con il Centro Tecnologico e Professionale di Ziguinchor i cui studenti, accompagnati dai volontari Electriciens sans frontières, svolgeranno i lavori.

Sono necessari 3.850 metri di cavo.

#VG2020. Partenza: verso una straordinaria avventura umana!

Grande emozione, Gioia.

L’inizio di questo Vendée Globe 2020-2021 è stato diverso da qualsiasi altro, a causa di un contesto di crisi sanitaria di eccezionale portata che ha complicato molto l’organizzazione. Eppure il momento di lasciare il porto e il passaggio nel canale di Les Sables d’Olonne, anche se senza pubblico e con pochi striscioni, sono stati comunque momenti unici.

Alle 14:20, con 1 ora e 18 minuti di ritardo causato dalla nebbia, Giancarlo e gli altri 32 concorrenti della regata velica in solitario più lunga e difficile, hanno tagliato l’immaginaria linea di partenza per il giro del mondo, senza scalo e senza assistenza. Il Vendée Globe è un’avventura con la A maiuscola, con un’enorme quantità di incognite e molte sfide da superare. Giancarlo Pedote è partito pronto per questo “viaggio” – così lo ha definito lui stesso. Pronto perchè lo ha preparato da mesi, addirittura anni. Ed oggi è partito per 21.638 miglia (40.075 chilometri) intorno al mondo, in un percorso che dopo la discesa dell’Atlantico, lo vedrà passare davanti ai mitici promontori di Buona Speranza, Capo Leeuwin e Capo Horn. Una grande sfida, un viaggio straordinario.

Per me questo giro del mondo è un’opportunità unica ed eccezionale di riflessione e conoscenza di sé“, ha dichiarato alla vigilia il velista italiano, pienamente consapevole dei suoi valori, delle sue motivazioni, dei suoi obiettivi e delle sue convinzioni. “So che sto andando a fare qualcosa di unico e ammetto che negli ultimi giorni ho cercato di non farmi troppe domande, per non essere sopraffatto dalle emozioni. Ciò non significa che non lo farò. Mi rendo conto che mi sto preparando per una cosa straordinaria, che avevo in mente da molto tempo. Ma il mio obiettivo è arrivare alla fine e finché non taglierò il traguardo di questa Vendée Globe, non ci crederò. Sono così: quando sogno intensamente qualcosa, finché non si è realizzato fino in fondo, resto sempre in allerta“, continua Giancarlo, sempre molto pragmatico.

Felici di esserci.

La partenza resta una fase particolare. Un primo passo da compiere. “Dobbiamo limitare il più possibile i rischi. Evitare le collisioni ma anche partire nei giusti tempi: una falsa partenza comporterebbe una penalità di cinque ore, per cui non sarà il momento di pigiare sull’acceleratore: non sarà quello il momento in cui si giocherà la regata“, suggerisce lo skipper di Prysmian Group, piuttosto soddisfatto delle previsioni del tempo per questo grande giorno, anche se, molto velocemente, si dovranno superare due fronti nel Golfo di Biscaglia prima di quasi tre mesi di incognite. “Sono pronto. So che umanamente questo viaggio intorno al mondo rischia, in un certo modo, di trasformarmi. So che questa esperienza mi farà capire la fortuna delle cose belle che ho a terra“, sottolinea Giancarlo che sa bene che la capacità di assaporare l’esistenza è in ognuno di noi ma che a volte è difficile sentirla e mantenerla. “In questo senso, non c’è noiente di meglio delle avversità per farci rendere conto dei piccoli piaceri della vita quotidiana. Per me il gusto per la vita non è né la ricerca ossessiva di una felicità ideale, né, al contrario, una grazia che cade per caso sull’uomo”, conclude Giancarlo che ama porsi obiettivi esistenziali per riuscire ad assaporarli.

Grati di esserci.

È un giorno molto emozionante per me questo, un giorno per il quale ho lavorato moltissimo, Ho fatto tanti sacrifici, tolto tempo di gioco insieme ai miei figli e ore spensierate a mia moglie. 

Il grande ringraziamento che ho è innanzitutto per i miei sponsor, che hanno creduto sempre in me e mi hanno permesso di essere oggi su questa linea di partenza. Un grande ringraziamento quindi a Prysmian Group, che è al mio fianco da oltre 13 anni, a Electriciens sans Frontières, che con il suo lavoro aiuta tante persone a migliorare la loro vita, e a tutti gli sponsor tecnici e i partner storici e che si sono uniti a noi quest’anno. 

Un grande ringraziamento a tutta l’equipe che ha lavorato affinché questa progetto potesse prendere forma e diventare ciò che è oggi. 

Grazie a Stefania, Paolo, Remi, Valentin, Anthony, Giovanni, Jerôme e François, che hanno lavorato al meglio delle loro possibilità per permettermi di essere sulla linea di partenza nel miglior modo possibile.

Grazie anche ai tantissimi professionisti con i quali abbiamo delle collaborazioni piuttosto importanti e che hanno dato la loro massima professionalità per aiutarmi e accompagnarmi nella preparazione della barca e di me stesso. 

E grazie, non da ultimo, all’organizzazione, che ha lavorato in un contesto difficile, dovendo adeguare quasi ogni giorno le procedure e i regolamenti, e che con la sua perseveranza, passione e intelligenza è riuscito a fare in modo che oggi 33 barche e 33 skipper possano partire.

Se devo riassumere con una sola parola questa partenza, la parola è GRAZIE“.