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Preparazione fisica e mentale per affrontare la sfida del Vendée Globe

Giancarlo in piscina
Giancarlo in piscina

Il Vendée Globe è più di una regata. Per chi, come me, si prepara a vivere in solitaria gli oceani del mondo, è una sfida profonda e complessa, un impegno estremo in cui la preparazione mentale e fisica si intrecciano in un unico percorso. Al mio secondo giro del mondo a bordo dell’IMOCA Prysmian, voglio condividere il mio approccio alla competizione, sottolineando come ogni gesto, ogni routine e ogni attrezzatura siano pensati per affrontare l’enorme pressione, favorire la concentrazione e supportare una performance duratura.

La forza della routine: il metodo Giancarlo

Uno degli aspetti fondamentali della preparazione per una sfida come il Vendée Globe risiede nella costruzione di una routine ben definita. Per affrontare l’incertezza e le sfide della navigazione in solitaria, ho stabilito rituali precisi che offrono un senso di struttura e di stabilità. In un contesto dove tutto è mutevole e dove le condizioni atmosferiche e la solitudine mettono a dura prova la tenacia, queste abitudini agiscono come ancore di sicurezza, aiutandolo a ritrovare un equilibrio e a stabilire un senso di familiarità.
Questo approccio ricorda i gesti superstiziosi di grandi sportivi come Zinedine Zidane, che aveva reso celebri i suoi rituali pre-partita, spiegando come questi contribuissero a ottimizzare la sua performance. Io adotto un metodo simile: al mattino, appena sveglio, apro il computer per revisionare la lista “to do” del team e analizzare i dati meteo e gli aggiornamenti sulle previsioni. Successivamente, alle 8:30, faccio un punto della situazione con il team. Questo incontro quotidiano è un’opportunità per affinare le strategie, apportare eventuali correzioni e focalizzarmi sugli obiettivi a breve e lungo termine.
Durante la giornata, passo poi del tempo a bordo del mio IMOCA, concentrato sui dettagli tecnici della barca. L’attenzione ai dettagli è una costante nella preparazione: ogni componente, ogni impostazione, ogni minima regolazione è studiata e calibrata per rispondere al meglio alle sfide del mare aperto. L’IMOCA Prysmian, attrezzata con nuovi pannelli solari per migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale, riflette non solo l’attenzione alla sostenibilità ma anche la mia filosofia di affrontare il mare con responsabilità.
La sera, la routine prevede una sessione di nuoto – una pratica che non solo migliora la resistenza fisica, ma che mi aiuta a mantenere una connessione con l’acqua, a sentirmi parte di questo elemento che diventerà la mia “casa” per i prossimi mesi. Questo momento di sport è seguito da una passeggiata sul lungomare di Les Sables d’Olonne, un modo per liberare la mente dai pensieri e prepararmi al riposo. In questa fase, il distacco è totale: vivo in una sorta di “modalità nascosta”, isolato dall’euforia dei preparativi che coinvolgono il villaggio della regata. Questa capacità di concentrazione e di isolamento è fondamentale per risparmiare energia e non disperdere l’attenzione in distrazioni.

Esperienza e riflessioni

Rispetto alla mia prima partecipazione al Vendée Globe nel 2020, ho apportato solo minime modifiche alla mia preparazione. In particolare, l’esperienza mi ha insegnato che cambiare radicalmente una formula che ha funzionato non è necessario. Per il secondo Vendée Globe, infatti, ho perfezionato la preparazione solo del 10%, mantenendo inalterate le basi del mio approccio. Questo piccolo miglioramento è visibile in diversi aspetti della preparazione, dal rifornimento alimentare alle attrezzature di scorta, selezionate con ancora maggiore attenzione.
Per esempio, in questa edizione ho deciso di ridurre il carico di viveri, puntando su una maggiore varietà e preferendo una dieta pensata per garantire l’apporto calorico necessario, ma più facile da gestire durante la navigazione. Allo stesso modo, anche l’equipaggiamento personale è stato ridotto di un quarto rispetto all’edizione precedente, semplificando così il carico e ottimizzando gli spazi a bordo. Questa attenzione al dettaglio rivela quanto il mio approccio sia evoluto, diventando ancora più efficiente, pratico e focalizzato sulle esigenze specifiche della navigazione solitaria.
Un’altra innovazione di questa edizione è l’installazione dei pannelli solari a bordo, una scelta che riflette il mio impegno verso un approccio sostenibile, riducendo l’impronta ambientale della traversata. Questo sistema non solo rappresenta una scelta etica, ma garantisce anche un vantaggio pratico in termini di autonomia energetica, riducendo il peso e l’ingombro di combustibili tradizionali.

La forza mentale come leva della performance

Il Vendée Globe non è solo una sfida fisica, ma anche una prova mentale che richiede una resistenza psicologica eccezionale. Sono consapevole dell’importanza della preparazione mentale, al pari di quella fisica e tecnica, e lavoro costantemente per mantenere uno stato d’animo equilibrato e positivo. Questa capacità di gestione dello stress, che si sviluppa in anni di esperienza, è essenziale per mantenere la lucidità in situazioni di emergenza, quando è necessario prendere decisioni rapide e risolutive.
La capacità di rimanere centrato e calmo si ottiene in parte grazie alla routine, che agisce come una costante anche nelle situazioni più incerte. Questa attitudine si traduce anche in una particolare attenzione alla cura del sé durante la navigazione: la pulizia personale, anche se ridotta al minimo, è un modo per mantenere la disciplina e il rispetto verso sé stessi. Porto a bordo con me anche del detersivo liquido biologico, utile per lavare i vestiti, sottolineando come anche i piccoli gesti quotidiani contribuiscano a mantenere un senso di ordine e normalità.

Non è solo una gara

Per me, il Vendée Globe rappresenta una sfida che va oltre il semplice obiettivo di competere. Essere alla partenza della regata è di per sé un traguardo, una scelta di vita che implica dedizione, sacrificio e una profonda passione per il mare. Questa visione è confermata dal mio impegno per l’ambiente e dalla collaborazione con Prysmian, che condivide la stessa visione etica e sostenibile.
La preparazione e la competizione, per me, sono momenti di crescita personale, in cui ogni decisione presa si riflette non solo sul risultato finale, ma anche sul suo percorso di navigatore e di uomo. Come mi piace sempre ricordare, “il grande salto è ormai vicino” e questo richiede di risolvere ogni dubbio, perché dopo il colpo di cannone alla partenza, non ci saranno più domande, ma solo conseguenze.