ALTRI PROGETTI
© Noesis
Dopo aver passato 80 giorni in mare, percorrendo tutti gli oceani del mondo sono tornato a casa con un rinnovato amore per questo patrimonio naturale dell’umanità e con la voglia di proteggerlo.
Di fronte all’Oceano mi sono sentito piccolo, impotente, sognatore. Parte del tutto. All’Oceano ho chiesto di farmi passare, senza mai pretese, consapevole che ero io l’ospite e che lui aveva il diritto di essere.
Questo suo diritto è strettamente legato al nostro. Se lui non è, noi non possiamo essere. L’Oceano copre oltre il 70% della superficie terrestre ed ha un ruolo fondamentale per la vita del pianeta e l’equilibrio climatico. All’Oceano ho chiesto, all’Oceano ho promesso: che sarei tornato e avrei fatto qualcosa per proteggerlo.
Ha parlato di questo mio amore per l’Oceano all’Unesco, incontrando Francesca Santoro, Programme Specialist, IOC UNESCO Regional Bureau for Science and Culture in Europe. Le ho parlato della voglia di fare qualcosa di concreto che possa aiutare la sua salvaguardia di questo elemento meraviglioso. Francesca ha coinvolto il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, centro di ricerca multidisciplinare che promuove il dialogo tra scienziati, decisori politici e opinione pubblica per sostenere decisioni e provvedimenti a beneficio della società e dell’ambiente. Ho parlato con loro, e sono rimasti entusiasti, ho parlato con Prysmian Group, che ho sempre considerato un compagno con il quale condividere, e hanno subito messo a disposizione del progetto la tecnologia PRY-CAM, sviluppata dalla divisione Electronics del Gruppo, che hanno adattato per installarla sull’IMOCA al fine di raccogliere dati utili che saranno messi a disposizione degli scienziati in forma totalmente gratuita.
La conoscenza è sempre stato un mio credo: conoscere la situazione in cui siamo, senza nascondersi, è il vero primo coraggio, e la base minima per agire. Siamo parte del mondo, e il mondo è parte di noi, è la nostra casa. Dobbiamo sapere cosa succede nella nostra casa, dobbiamo prendercene cura e proteggerla. Ogni singolo atto conta, e in tutto ciò che facciamo, possiamo fare qualcosa per il Pianeta. Non c’è bisogno di fare qualcosa di straordinario: basta fare bene quello che stiamo facendo. Per questo mi sono detto: navigando, raggiungo dei luoghi inesplorati e parlo con le persone. Cosa posso fare oltre ai semplici quotidiani gesti? Posso mettere a disposizione la barca sulla quale navigo e parte del mio tempo e delle mie energie; posso mettere a disposizione me stesso per fare qualcosa come persona e in quanto sportivo. E sono lieto che Prysmian Group, in quanto attore tecnologico di primo livello, abbia deciso di seguirmi mettendo a disposizione le sue conoscenze.
Tecnologia per aiutare l’ambiente; sport a disposizione dell’ambiente.
L’IMOCA Prysmian Group è stato dotato di sensori per il rilevamento di
- Coordinate GPS
- Temperatura aria
- Umidità
- Dew point
- Pressione atmosferica
- CO2
- Illuminazione
- Temperatura acqua babordo
- Temperatura acqua tribordo.
Si tratta di sensori progettati e istallati in collaborazione fra Prysmian Electronics e il la Fondazione CMCC. Attraverso un sistema ad hoc, che integra la tecnologia PRY-CAM, i dati rilevati ogni minuto di navigazione vengono inviati al CMCC che li controlla e li mette a disposizione delle comunità scientifiche internazionali gratuitamente attraverso le reti europee quali EMODNET e Copernicus Marine Service, in modo da essere utilizzati al fine di monitorare lo stato di salute degli Oceani. Questi parametri consentiranno anche l’affinamento di modelli matematici previsionali con l’obiettivo di rendere chiaro l’impatto dell’essere umano sullo stato del pianeta.





