Un trasferimento emozionante: Lorient – Le Havre.

Christophe Favreau, corrispondente di Voiles et Voiliers, ha partecipato al trasferimento dell’IMOCA Prysmian Group da Lorient a Le Havre porto di partenza alla Transat Jacques Vabre, il 7 novembre.

Un trasferimento veloce, circa una giornata, in condizioni “toniche”, come le ha definite il giornalista. Ecco il resoconto del viaggio e le sue impressioni sulla navigazione a bordo di un IMOCA, una delle imbarcazioni più tecnologiche ed estreme sulle quali abbia mai navigato. Ecco il suo racconto:

 

Sentirsi offrire un passaggio tra Lorient e Le Havre su un Imoca con i foil, non è da tutti. A me lo ha proposto Giancarlo Pedote, 8° all’ultimo Vendée Globe, in partenza per la Transat Jacques Vabre, che ha vinto nel 2015 in Multi50 al fianco di Erwan Le Roux e che quest’anno correrà assieme al figarista Martin Le Pape.

Rallentare, per non arrivare troppo presto

L’appuntamento è fissato a Lorient mercoledì 27, per una partenza a mezzogiorno. Dobbiamo assolutamente raggiungere Le Havre per le 14:00 del giorno successivo. Questo è il tempo limite consentito dall’organizzazione prima dell’apertura del villaggio il venerdì mattina. 304 miglia in 24 ore sono tante, spiega Giancarlo Pedote, che mi dice addirittura che probabilmente dovremo rallentare per non arrivare troppo presto… Va bene! Questo fa sperare in buone medie.

Va detto che la previsione è ideale. Un buon vento da sud dovrebbe spingerci prima al traverso e poi di poppa verso Le Havre, sotto un cielo senza nuvole! Il programma è allettante, anche se per esperienza sappiamo che una navigazione a bordo di un 60 piedi realizzato per la performance non è una passeggiata di salute, soprattutto quando è accompagnata da appendici che ne aumentano le prestazioni.

Un vento che potrebbe aumentare fino a 30 nodi

Ormeggi liberi! A bordo siamo in quattro, Giancarlo, Martin, Adam ed io. Lasciamo il canale di Lorient con entusiasmo. Sappiamo che non ci sarà bolina, solo planate e velocità, con un vento che potrebbe arrivare fino a 30 nodi. Anche se Prysmian Group non è una barca dell’ultima generazione (è stata varata nel 2015), è comunque molto efficiente, cosa della quale mi renderò presto conto.

Su un foiler lanciato a tutta velocità, i movimenti sono brutali, specialmente lateralmente quando il pilota raddrizza la barra per mantenere la rotta.

Appena issata la randa, l’IMOCA Prysmian Group mostra grande nervosismo. Una volta issata la vela di prua, la velocità aumenta notevolmente. Con la sua prua voluminosa e appuntita, l’IMOCA non manca di potenza … Ed è molto umida! Per fortuna il pozzetto è ben coperto e protegge l’equipaggio dagli spruzzi. Un pozzetto piatto in cui i winch sono stati installati molto bassi, per abbassare il baricentro.

Ci abituiamo!

“Ci si fa l’abitudine”, precisa Giancarlo Pedote, che naviga su questa barca dal 2019. Velista molto completo a capo di un piccolo team, l’italiano che dal 2009 vive in Francia con moglie e due figli, è un velista molto attivo nella classe Imoca e personalità nota nel suo paese, con più di 40.000 follower sulla sua pagina Facebook.

“I social media sono un ottimo modo per promuovere la vela sportiva e le regate oceaniche, perché ci sono tante storie umane da raccontare, che vanno oltre il lato tecnico della nostra disciplina. E questo è qualcosa che il grande pubblico apprezza”, ha detto il velista laureato in filosofia all’Università di Firenze.

I foiler possono raggiungere i 30 nodi quando le condizioni sono giuste.

Un riferimento al mondo virtuale che contrasta molto con quello che sto vivendo adesso. Man mano che risaliamo la costa della Bretagna, le onde aumentano e il vento sale fino a 20 nodi. Martin Le Pape aveva parlato di un trasferimento “tranquillo”, con l’imperativo di preservare l’attrezzatura per raggiungere Le Havre al 100% del potenziale della barca. L’Imoca però accelera forte. La sua carena tesa e la sua prua voluminosa combinati con la potenza dei foil sono meravigliosi alle velocità di lasco e poppa che compongono la nostra salita verso Le Havre. In velocità superiamo regolarmente i 22 nodi, velocità al di sopra della quale i foil producono un fischio davvero acuto… estenuante.

L’arrivo della notte offre nuove sensazioni e richiede una vigilanza costante in prossimità della costa per evitare incidenti con eventuali barche che non hanno attivato l’AIS.

La notte che arriva invita a sdraiarsi all’interno, ma è impossibile dormire con tutto questo rumore, per non parlare dei movimenti violenti e incessanti della barca, soprattutto di traverso quando il pilota compensa violentemente per mantenere la sua rotta. La larghezza della prua attutisce lo shock con le onde che incontriamo regolarmente. Per fortuna non siamo mai stati arrestati da un’onda… non oso immaginare uno stop improvviso a oltre i 25 nodi, velocità che abbiamo regolarmente superato (con un picco di 29!) per tutto questo trasferimento vicino alle coste, che ci ha costretto a mantenere un controllo costante, visto che alcuni pescherecci si sono ovviamente dimenticati di accendere il loro AIS…

La flotta della Transat Jacques Vabre presto al completo!

Al mattino siamo a poche ore da Le Havre. Dobbiamo rallentare per non arrivare troppo presto. Avvicinandoci alla città ci raggiungono l’Ultime Banque Populaire XI, diversi Ocean Fifty, alcuni Imoca e altri class40. La flotta Transat Jacques Vabre sarà presto al completo!

 

Ripreso da Voiles et Voiliers, scritto da Christophe Favreau.

Clubif – “Imprenditori: Giancarlo Pedote”

vivere in solitudine

Vive e lavora in Francia a Larmor-Plage. Diplomato in Filosofia, ha deciso di dedicare la sua vita al mare e alla navigazione. Si classifica 2 ° nella Mini Transat nel 2013 e assieme a Erwan Le Roux, vince la Transat Jacques-Vabre 2015 nella categoria Multi 50. Eletto velista dell’Anno TAG HEUER 2016, parteciperà alla Vendee Globe 2020-2021.

Di Daisy Boscolo Marchi


Il Club Italia-Francia è la prima organizzazione dedicata alla cooperazione e allo sviluppo tra l’Italia e la Francia.

Daisy Boscolo Marchi, ha posto questioni molto interessanti a Giancarlo:

  • Lei è nato e cresciuto in Italia dove ha studiato prima di trasferirsi in Francia. Quali sono state le tappe più importanti nella sua vita personale e professionale? Quali vittorie l’hanno stimolata maggiormente e quali sconfitte sono state in particolare fonte di insegnamento e perché no, nuova ispirazione? 
  • Club Italia-Francia : Analizzando il suo percorso scopriamo che lei ha una laurea in filosofia. Come l’ha aiutata questa disciplina umanistica nella sua carriera da sportivo? Lo sport è anche previsione dell’imprevedibile e gestione dell’imprevisto, e forse su questo aspetto, la filosofia può aiutare … 
  • Club Italia-Francia : C’è una differenza tra skipper navigatore e skipper manager. Qual è questa differenza e lei in quale categoria si colloca? 
  • Club Italia-Francia : Da cosa è nata la scelta di stabilirsi in Francia? Necessità o intuizione? Qual è oggi il suo rapporto con l’Italia? C’è qualcosa in particolare che le manca del suo paese d’origine? 
  • Club Italia-Francia : Un tema interessante da analizzare e di cui si parla poco è quello della relazione tra lo sponsor e l’atleta (e la sua equipe): quanto e come può essere importante e rilevante uno sponsor per la carriera di uno sportivo? Questa relazione tocca solo la sfera professionale o anche quella umana? 
  • Club Italia-Francia : Ha deciso di partecipare alla Vendée Globe, una regata su nave a vela, in giro per il mondo, in solitaria, senza stop e senza assistenza. Vista da fuori si direbbe un’esperienza unica ma sicuramente psicologicamente difficile. Ci racconta le motivazioni che l’hanno spinta nella sua scelta? Chi prevale nei momenti di difficoltà? L’uomo, il manager o l’atleta? 
  • Club Italia-Francia : Lei è un esempio dell’enorme capitale di relazioni umane e imprenditoriali tra Francia e Italia. Lei sembra aver riprodotto questa relazione tra le sue due « case » Italia e Francia anche negli sponsor del progetto Vendée Globe: ci racconta la sua duratura relazione con Prysmian Group e la nuova partnership con Electriciens sans Frontieres? 
  • Club Italia-Francia : La scritta 4people è il vostro motto. Qual è il messaggio che si vuole veicolare? 
  • Club Italia-Francia : Per coronare il suo percorso atipico, si è cimentato anche nella scrittura. In particolare, il suo ultimo lavoro riguarda un progetto editoriale organizzato dalla Classe IMOCA, e vede coinvolti scrittori della casa editrice Gallimard, ricercatori dell’Istituto Pasteur e alcuni skipper del Vendée Globe. Com’è nata l’idea della scrittura? Non risulta difficile trasmettere le emozioni provate durante le regate? 
  • Club Italia-Francia : Quali sono i suoi prossimi progetti? Ci sono assi nei quali le piacerebbe vedere una maggiore cooperazione tra Francia e Italia?

Leggi le risposte di Giancarlo su:

CFI: “IMPRENDITORI: GIANCARLO PEDOTE”.

 


 Chi è Daisy Boscolo Marchi?

Responsabile redazione e gestione delle interviste del Club Italia-Francia.

Saily – “Sponsor e vela: l’esempio di Prysmian Group”

FORSE LA SPONSORIZZAZIONE PIU’ LONGEVA DI SEMPRE DI UN TEAM VELICO IN ITALIA – Il vento per Prysmian è una sfida sportiva, ma anche sostenibilità e business. Parla l’Amministratore Delegato di Prysmian Group Valerio Battista.

Di Fabio Colivicchi


… Pedote e Prysmian viaggiano ormai da anni insieme, forse la più lunga collaborazione tra un team velico e un brand nel nostro paese. Chiunque abbia seguito Giancarlo dai primi passi a oggi, lo lega indissolubilmente al nome Prysmian e al suo bianco e nero.

Adesso Prysmian Group e Giancarlo Pedote, unico team italiano, sono al via della nona edizione del giro del mondo a vela in solitario senza scalo e senza assistenza, uno dei grandi eventi velici internazionali del 2020-2021, che parte l’8 novembre da Les Sables d’Olonne e durerà all’incirca 75-90 giorni.Un evento unico che unisce competizione sportiva e avventura, tenacia e resistenza umana, dove tutti i marinai, di fronte agli elementi, sono uniti da un destino comune, confrontandosi con i propri limiti e le proprie emozioni.

Leggi l’articolo che parla di una delle sponsorizzazioni più longeve nella storia sportiva, di valori e uomini:

Saily: “SPONSOR E VELA: L’ESEMPIO PRYSMIAN”.

 


 Chi è Fabio Colivicchi?

Fabio Colivicchi è direttore e editore di Saily.it. Laureato in Giurisprudenza con una tesi sugli Interessi Collettivi nel Diritto Amministrativo. Da 35 anni nel mondo della vela come regatante, istruttore, giornalista, imprenditore, dirigente. Fondatore del mensile Fare Vela, per 16 anni responsabile della comunicazione FIV, ideatore e organizzatore del Vela Show di Viareggio, fondatore e direttore del media globale e web TV Saily.it. Conduttore e telecronista. Consulente del programma di Rai Uno Lineablu. Autore di tre libri (sul Moro di Venezia e su Luna Rossa) e della voce «Vela» per l’Enciclopedia Treccani. 

Giro di Boa – “E’ un giorno molto importante per me”

Giancarlo su Prysmian Group. Immagine di Andrea Falcon

Ogni partenza del Vendée Globe mette i brividi, considerando l’incredibile avventura umana e sportiva che questo evento rappresenta: un giro del mondo (partenza e arrivo a Les Sables d’Olonne, Francia), di circa 21,638 miglia nautiche (pari a 40.000 Km) da percorrere da soli, senza scalo e senza assistenza. Tradotto, significa doppiare i tre grandi Capi, Buona Speranza, Leeuwin e Horn e trascorrere dai 70 ai 100 giorni in mare (il record attuale è di 74 giorni) in condizioni durissime con balene, iceberg e tempeste come soli compagni di viaggio.

Di Bianca Ascenti


Oltre ad essere un’affascinante avventura romantica, nella quale uomini e donne sono messi a dura prova, costretti a confrontarsi con le loro capacità, le loro paure e le loro emozioni, il Vendée è anche una sfida tecnologica che vede in campo imbarcazioni sofisticate (IMOCA 60‘), molte delle quali (19) dotate di foil per raggiungere velocità altrimenti impossibili per questi monoscafi di 90 piedi in carbonio.

L’edizione che partirà l’8 novembre è considerata eccezionale per diversi motivi, cominciando dall’incredibile  parterre di partecipanti:

  • allo start a Les Sables d’Olonne ci saranno, infatti, 33 velisti  (per avvicinarci a questi numeri dobbiamo tornare all’edizione 2008-2009 con 30 partecipanti), tra cui 10 atleti non francesi e 6 donne.
  • Tra loro, 18 ‘bizuths’, velisti, cioè, che si approcciano per la prima volta al Vendée Globe. E anche in questo caso si tratta di un numero record; tutti loro, comunque, hanno accumulato, nella loro carriera velica, moltissime miglia e titoli a bordo di imbarcazioni di vario tipo, impegnati in regate di ogni genere.
  • Tra i “bizuths” ci sono il pluricampione paralimpico francese Damien Seguin (APICIL), il vincitore della Volvo Ocean Race e record holder Kévin Escoffier (PRB), diversi vincitori della famosa regata Solitaire du Figaro, come Nicolas Trousse (CORUM L’EPARGNE) e Sébastien Simon (ARKEA-PAPREC), due vincitori della Transat Jacques Vabre, Charlie Dalin (APIVIA) e Giancarlo Pedote (PRYSMIAN GROUP), e quello della Route du Rhum, Armel Tripon (L’OCCITANE EN PROVENCE).

Leggi di più sulle iniziative anti COVID, adottate dall’organizzazione del Vendée Globe per garantire la sicurezza degli skipper, e i sentimenti di Giancarlo su:

Giro di Boa: “Vendée Globe 2020: parlano gli skipper. Pedote unico italiano in gara. Molte le restrizioni anti Covid”.

 


 Chi è Bianca Ascenti?

Giornalista, messinese, appassionata di vela e di Coppa America, ha navigato in lungo e (soprattutto) in largo 11 anni per ‘lavoro’, prima di sedersi davanti a un computer per scrivere di vela e di Coppa America.

Dopo lunghe trasferte ad Auckland e Valencia, oggi vive e lavora a Milano. Il sogno velico? La ‘Sydney Hobart’ con mare piatto e tanto vento.

 

La Stampa: “Pedote, il velista meticoloso contro il paradosso della modernità”

La Stampa - Intervista di Fabio Pozzo

“PER LA PREPARAZIONE DI UNA REGATA IN IMOCA LA PREPARAZIONE CONTA PIÙ DEL 50%. LA VELOCITÀ TI RENDE INTELLIGENTE. PER ME ESSERE AL VENDEE GLOBE È UN SOGNO. INIZIAMO CON PRYSMIAN GROUP, BARCA DOTATA DI FOIL E PER LA PRIMA VOLTA È TANTO . IL NOSTRO È UN PROGETTO SOLIDO.” Di Fabio Pozzo.


Giancarlo, arrivato dalla Vendée Arctique Les Sables d’Olonne fa un debriefing con Fabio Pozzo. Emerge il paradosso della modernità: “Se ti si rompe un foil puoi continuare a navigare, corri meno ma navighi. Se perdi una vela è un casino, ma puoi continuare a navigare. Se invece c’è qualcosa che non va nel sistema elettronico, allora sono guai”.

Leggi l’intervista integrale su La Stampa.


Chi è Fabio Pozzo?

Fabio Pozzo, genovese (nato a Recco), giornalista della Stampa presso la redazione centrale di Torino, segue da sempre i temi legati al mare, dall’industria nautica allo shipping, dalla storia della navigazione alla vela e alle grandi regate. Fabio Pozzo è anche scrittore di numerosi libri su velisti e navigatori italiani.

 

Società e Rischio: “Vela o azienda un simile approccio al rischio”

Giancarlo Pedote per Società e Rischio

“NELLA PREPARAZIONE LE MIE AZIONI RISPONDONO AL CRITERIO DI TROVARE UN EQUILIBRIO TRA PERFORMANCE DELLA BARCA E AFFIDABILITÀ. COME PRIMA PARTECIPAZIONE, IL MIO OBIETTIVO È TERMINARE LA GARA, QUINDI SCELGO DI PREDILIGERE LA RESISTENZA PIUTTOSTO CHE LA VELOCITÀ. COME PER LE IMPRESE, IL VIAGGIO VA AFFRONTATO NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE IL RISCHIO NON È COMPLETAMENTE PREVEDIBILE.”

Di Maria Moro


Il webinar, organizzato da Anra, ha avuto come protagonista Giancarlo. Vi è stato un interessante confronto e parallelismo nel valutare i rischi di un nuovo progetto tra vela e imprese. Lo skipper di Prysmian Group ha raccontato come si sta  preparando alla prossima Vendée Globe, un giro del mondo in solitario che lo impegnerà per due mesi. Il conseguimento di un obiettivo è frutto di strumentazione adeguata e di un attento studio delle situazioni finalizzato a gestire le performance. Un impegno tanto più lungo – anche qualche anno – quanto più difficile è l’avventura che ci si prepara a vivere. Un viaggio che va progettato e pianificato nei particolari e di cui è necessario prendere in considerazione ogni incognita e ogni possibile soluzione.

Leggi l’intervista sul sito Società e Rischio.

Blue Economy Summit: “Il mare ha scelto me”

“SONO SEMPRE STATO ATTRATTO DAGLI SPORT INDIVIDUALI E MI HA AFFASCINATO FIN DA RAGAZZO L’AVVENTURA, LA SCOPERTA DELL’IGNOTO, IL METTERMI ALLA PROVA E TESTARE I MIEI LIMITI. IL NAVIGARE IN SOLITARIO NE È LA NATURALE CONSEGUENZA. IL MARE HA SCELTO ME ED IO HO RISPOSTO ALLA CHIAMATA. GLI EVENTI NEL TEMPO SI SONO EVOLUTI IN MANIERA POSITIVA E UN GRANDE SOGNO È DIVENUTO ORA REALTÀ.”

Progetto Incontri in Blu

Moderatore dell’evento: Fabio Pozzo

Relatori: Barbaro Grosso, assessore alla cultura del Comune di Genova e Nicoletta Vizzano, Presidente dell’Istituzione Musei del Mare NUMA

 

Vengono poste molte domande a Giancarlo:

  • Con che spirito hai seguito le tue sfide, come hai inseguito il sogno di fare un giro del mondo in solitario e come lo stai realizzando?
  • Ti sei spostato con la famiglia dall’Italia alla Francia, è una vita di sacrificio?
  • Stai vivendo la vigilia di una regata che ti porterà alle latitudini settentrionali estreme, la Vendée Arctique – Les Sables d’Olonne, come si vivono queste ore di vigilia in famiglia, in barca o con il team?
  • Di solito sei uno nervoso prima della partenza o come reagisci allo stress?
  • Ho letto che l’organizzazione del Vendée Globe ha reso noti degli aneddoti simpatici sui concorrenti, hanno scritto che non sei superstizioso ma porti dei piccoli regali dei tuoi bambini. È vero?
  • Quanto è importante il sostengo che hai a terra quando stai per partire per un giro del mondo in solitario che dura circa tre mesi?
  • Il Vendée Globe è una regata molto impegnativa, dalla Francia scende nell’Atlantico meridionale e dopo Capo di Buona Speranza navigherai nell’Oceano Indiano: come te lo immagini l’estremo sud?
  • La tua barca Prysmian Group è dotata di foil, appendici che permettono alla barca di “volare” e gestire da soli su una barca del genere non è facile. Arrivi a navigare sull’IMOCA dopo una lunga carriera su varie tipologie di imbarcazioni, come ti senti su questa barca?
  • In queste barche ci sono rumori infernali, a volte dovete indossare delle cuffie, come gestisci la vita a bordo?
  • Come si svolge una giornata tipica in navigazione in solitario?
  • Quando torni a casa, riesci a riprendere il bioritmo di noi “terrestri” o hai bisogno di un paio di giorni per riabituarti?
  • Prima di partire inizi ad allenarti e dormire a sonnellini?
  • Cosa mangi a bordo, qual è la tua cambusa ideale?
  • Quando ti sei laureato in filosofia cosa pensavi di fare, quale pensavi sarebbe stata la tua professione?
  • In che mopmento è scattata dentro di te la decisione di passare dalle regate nel Mediterraneo a quelle oceaniche?
  • Hai anche il supporto della ONG Electriciens sans frontières e con questa regata hai lanciato l’iniziativa “1 click = 1 metro”, in cosa consiste?
  • La vela moderna è dominata dagli ingegneri, la tua barca ha strutture particolari e i navigatori devono possedere conoscenze scientifiche specifiche, ma secondo te che sei filosofo c’è ancora spazio per il romanticismo in questa vela high tech?
  • In questi anni di navigazione in solitario non hai mai avuto dei momenti di sconforto che ti hanno fatto pensare di smettere di navigare in solitario?
  • Secondo te come vive tua moglie tutto questo: la tua vita in mare, le partenza, la tua assenza?

 

Ascolta le risposte sul video del Blue Economy Summit:

 


Cos’è il Blue Economy Summit?

Blue Economy Summit è la manifestazione nazionale, a cadenza annuale, dedicata alle grandi opportunità di crescita e sviluppo dei territori, dell’occupazione e formazione professionale permanente, derivanti dal mare e dalle industrie che vi gravitano attorno.

La terza edizione, dal 29 giugno al 3 luglio 2020 ha affrontato attraverso conferenze, tavole rotonde, interviste e talk show in live streaming, i problemi di come riavviare e sviluppare le principali aree dell’economia del mare a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

 L’obiettivo è quello di creare la consapevolezza sulle opportunità di sviluppo e professionali che derivano dalla Blue Economy. Consolidare il sistema e il network che ruota attorno a tutti i principali
protagonisti istituzionali e imprenditoriali del territorio che utilizzano il
mare come risorsa per attività industriali e sviluppo di servizi inserendoli
in un’ottica di sostenibilità.

 In questo ambito un appuntamento importante è il “Progetto Incontri In Blu”: alcuni ospiti tra illustri rappresentanti del mondo del mare testimoniano la loro esperienza e la loro vita.

Chi è Fabio Pozzo?

Fabio Pozzo, genovese (nato a Recco), giornalista della Stampa presso la redazione centrale di Torino, segue da sempre i temi legati al mare, dall’industria nautica allo shipping, dalla storia della navigazione alla vela e alle grandi regate. Fabio Pozzo è anche scrittore di numerosi libri su velisti e navigatori italiani.

 

La Gazzetta dello Sport – “Le mie prove generali per il Giro del Mondo”

La Gazzetta dello Sport

“DIROTTA IN OCEANO. LA VELA FINALMENTE LASCIA GLI ORMEGGI, ABBANDONANDO LA PANDEMIA, UNA TEMPESTA PIÙ TREMENDA DI QUELLE DEGLI OCEANI DEL SUD”.

Di Gian Luca Pasini


Alla vigilia della partenza della Vendée Arctique – Les Sables D’Olonne, la prima prova di vela oceanica in seguito al lockdown, Giancarlo racconta:

“Non ho obiettivi di classifica, ma voglio testare tutto a bordo anche pensando al Giro del Mondo. Provare i sistemi di sicurezza, sapere che tutto funziona. Voglio provare la barca carica al massimo. Come quantità di cibo parto come se stessi via tre mesi.”

Leggi di più sulle aspettative, i sogni e il progetto di solidarietà di Giancarlo:

2020_07_04_La_Gazzetta_dello_Sport 

IMOCA PRYSMIAN GROUP, entrainement au large de Lorient pour participation à la Transat Jacques Vabre 2019, skipper, Giancarlo Pedote en double avec Anthony Marchand. @Yvan Zedda

 


 Chi è Gian Luca Pasini?

Pasini, classe 1961, è nato a Ravenna ed ha iniziato il suo percorso grazie ad una radio privata locale in cui ha lavorato per diverso tempo, per poi volgersi verso il giornalismo.

Fonda lui stesso un giornale sportivo, in collaborazione con amici. Viene in seguito assunto dal “Messagero” che sarà trampolino per la “Gazzetta dello Sport” di cui diviene firma storica e voce autorevole in fatto di pallavolo e vela.

 

Nautical Channel – Giancarlo Pedote: “Sono fiducioso per la partenza a novembre.”

“SONO FIDUCIOSO PER LA PARTENZA DELL’8 NOVEMBRE PERCHÈ SI STANNO CERCANDO MOLTE SOLUZIONI SIA AFFINCHÈ LE PERSONE ACCEDANO AL VILLAGGIO IN SICUREZZA, SIA PER RENDERE VISIBILE LA REGATA SUL WEB.”

Di Gero Malingri


Gero Malingri pone diverse domande a Giancarlo:

  • Come sono stati questi mesi invernali per il Team Prysmian nella difficile gestione dei lavori in cantiere e del contenimento causa COVID 19? Siete riusciti a mantenervi nei tempi previsti dal programma iniziale?
  •  Il tuo IMOCA 60 è stato varato, ora ricominceranno gli allenamenti in mare: sei fiducioso nella partenza per l’8 novembre da Les Sables d’Olonne?
  •  Prysmian Group è un imbarcazione a foil di prima generazione che ha ancora un grande potenziale, ed ora anche tu sei un veterano con una grande esperienza alle spalle. Quanto credi potrà essere competitivo il Team Prysmian al prossimo Vendée Globe?

Le risposte nell’intervista integrale:

Ocean1 Sports Diffusion compléte du 2 juin 2020f1h2o:Marszalek signe avec Orlen, Hagara et Steinacher reprennent l'…

Posted by Nautical Channel on Monday, June 15, 2020


Cos’è Ocean1 News & Sports, trasmissione di Nautical Channel Sports (NC Sports)?

Ocean1 News & Sports, prodotto da Beau e Gero Malingri al  C.V.S. è la prima piattaforma globale per un mondo in evoluzione. In onda due volte a settimana propone brevi ed coinvolgenti aggiornamenti dal pianeta blu: uno su notizie generali e uno sullo sport. Dall’industria alla sostenibilità, dalla semplice passione allo sport professionistico, gli oceani sono la chiave del nostro presente e futuro.

Il mare è ancora oggi il motore stesso del commercio globale ma anche il principale generatore d’ossigeno e sostentamento per tutte le specie viventi del nostro pianeta.

La mission di Ocean1 N&S è di riportare in primo piano l’importanza degli oceani, evitando distorsioni o parzialità ma evidenziando la storia in tutte le sue sfaccettature.

 

 

Giornalisti italiani della vela: riflessioni post fase 1 del Covid-19

Invertiamo i ruoli

Entrati ormai in Italia nella seconda fase dell’epidemia del Covid-19 ci siamo chiesti come hanno vissuto il confinamento i giornalisti. Sono sempre loro che ci tengono aggiornati sulle notizie e sondano i nostri pensieri ma com’è cambiata la loro vita? Che riflessioni ha suscitato questo stop delle attività veliche e delle regate? Quali sono le loro speranze post confinamento e che lezione traggono da questa esperienza “impensabile”?

Alberto Mariotti: una sfida avvincente per trovare la forza di adattamento

 

Alberto Mariotti

 

Alberto Mariotti, giornalista professionista scrive e fotografa per la rivista Vela e Motore dal lontano 2001. Nasce a Roma il 4 febbraio 1975 e oggi vive a Milano con la famiglia. “Ho scelto questo lavoro spinto solo dalla passione per la fotografia e le barche, ho viaggiato spesso (e speriamo di riprendere presto!). Ho incontrato persone che mi hanno ispirato nel profondo e che ancora ringrazio. Vela e Motore è nata nel 1923, appartiene alla casa editrice Edisport Editoriale ed è la rivista di nautica più antica d’Italia. È un onore far parte della redazione!”, racconta Mariotti.

In questi giorni così strani ho cercato di tenere a bada l’ansia iniziando la prima dieta della mia vita: una dieta mediatica. Non facile per un giornalista, ma ho cercato di ridurre la frequenza, diventata frenetica, con cui prima mi aggiornavo sulle news riguardanti l’epidemia e i suoi numeri drammatici. Ho spesso pensato a come aiutare, nel mio piccolo, aziende e persone del nostro settore tramite gli strumenti a mia disposizione: la rivista e i suoi canali online. Mi ha aiutato molto lavorare, essere concentrato sulla realizzazione della rivista e prendermi cura della mia famiglia, pensando a quanto sia fortunato a essere in condizioni così privilegiate. È stata anche l’occasione per rispolverare una semplice domanda che a volte ho trascurato di fare agli amici più lontani: come stai?

Ho sempre creduto molto nel lavoro e quindi, considerando la salute come una speranza scontata per tutti in questo periodo, per il post isolamento mi auguro che il nostro settore sappia ritrovare la vitalità che lo caratterizza. Parlare di “settore” e di “speranza” vuol dire, alla fine, parlare di persone e di impegno. Quindi ognuno di noi dovrà contribuire, con le proprie competenze, a questa ripresa, magari cambiando idee, abitudini e convinzioni che prima non ritenevamo modificabili. Il mondo non sarà più uguale a prima, e così noi: dovremo trovare una nuova forza di adattamento. Sarà una sfida avvincente.

Credo che in questo periodo le persone, in tutti gli aspetti della vita, abbiano bisogno di più umanità, verità e meno clamore. E lo stile con cui verranno comunicate farà la differenza.

 

Il confinamento visto da Stefano Vegliani: il pensiero positivo

 

Stefano Vegliani

 

Stefano Vegliani è l’ex inviato storico di Sport Mediaset e Premium per i cosiddetti sport ‘minori’, ora in pensione. Ha alle spalle 15 Olimpiadi, tra estive e invernali, in cui ha raccontato di vela, nuoto, scherma e sport invernali.

Credo che mantenere un pensiero positivo sia fondamentale. Io non sono mai uscito da questo binario, mi aiuta la convivenza con mio figlio, non essere solo. 

Ci vorrà tempo, ma finirà, quando finirà capiremo come siamo cambiati, come è cambiato il mondo. Vivo alla giornata

La speranza è che si possano trarre degli insegnamenti sul valore delle persone (sia gli amici che i politici), sulla potenza della natura e quindi rispettarla più di prima

Credo che il bisogno primario della gente e anche delle imprese sia economico. La realtà del debito italiano è difficile e spero che l’Europa regga. 

 

Fabio Colivicchi: credere ed impegnarsi per dare ancora spazio ai sogni

 

Fabio Colivicchi

 

Fabio Colivicchi è direttore e editore di Saily.it. Da 35 anni nel mondo della vela come regatante, istruttore, giornalista, imprenditore, dirigente. Fondatore del mensile Fare Vela, per 16 anni responsabile della comunicazione FIV, ideatore e organizzatore del Vela Show di Viareggio, fondatore e direttore del media globale e web TV Saily.it. Conduttore e telecronista. Consulente del programma di Rai Uno Lineablu. Autore di tre libri (sul Moro di Venezia e su Luna Rossa) e della voce «Vela» per l’Enciclopedia Treccani.

In un periodo che non riesco a definire altro che “impensabile”, i pensieri scorrono invece velocissimi. Dovevamo saperlo, prevederlo, organizzarci prima… Perché in barca prima di una uscita controlliamo il circuito dei terzaroli, gli avvolgitori, le cerate, la radio e tutte le dotazioni di sicurezza, e invece il pianeta con noi a bordo è andato dentro la tempesta ben prevista della pandemia senza alcuna preparazione? La prossima volta scegliamo meglio lo skipper o facciamoci valere di più come equipaggio! 

Adesso cosa facciamo delle nostre vite inzeppate di passioni e occupazioni, inseguimenti senza arrivo? E poi: con che spirito è possibile continuare a fare una cosa che oggi appare quasi indicibile: “raccontare la vela”… Il pianeta chiuso in casa, i mari svuotati, lo sport cancellato o rinviato di un anno, i media concentrati sull’emergenza sanitaria, gli ospedali, gli operatori sanitari, la paura… Parlare di mare e di vela sembra fuori luogo. Per convincersi, e convincere, che non è così ci vuole uno sforzo notevole.

Eppure, anche (o forse proprio perchè) questa età del virus sta smantellando tutte le sovrastrutture, il superfluo, i falsi miti, possiamo reagire cercando il meglio di noi stessi. Migliorandoci, depurandoci, capendoci e accettandoci. Noi e gli altri. A vicenda. La speranza, oltre a quella di superare questa prova globale, è che riusciremo a essere migliori, individualmente e come comunità. Che capiremo cosa conta davvero, daremo priorità al New Green Deal per salvare il Mondo, a un ordine economico che diminuisca le diseguaglianze, a convivenze sostenibili. Non è facile essere ottimisti, ma è un obbligo credere di potercela fare e impegnarsi ciascuno per la propria parte.

Come sarà il nostro piccolo mondo dopo il confinamento? Ritroveremo barche, onde, vento, grandi imprese? Avrà senso raccontare storie di navigatori, atleti, viaggi e medaglie? Che poi è come chiedersi: ci sarà ancora spazio per i sogni? 

 

Ringraziamo queste voci autorevoli che raccontano per una volta di sé stessi: ne emerge una riflessione su come poter trarre il miglior insegnamento da quest’esperienza.